Gli ausili per la stabilità eretta in caso di disabilità
La stabilità eretta in presenza di una disabilità
Solitamente i bambini iniziano ad assumere la posizione eretta intorno ai 12 mesi di vita. Con la presenza di una disabilità, però, il bambino può raggiungere quella posizione anche molti mesi dopo.
Le cause di questo ritardo possono essere le più svariate, come ad esempio lo scarso reclutamento della muscolatura degli arti inferiori, un deficit cognitivo che ne limita la motivazione oppure uno scarso equilibrio con una conseguente insicurezza del bambino, la quale rende questo passaggio molto più complesso e delicato.
Conosciamo tutti l’importanza della verticalizzazione in un bambino, tale cambiamento posturale è infatti fondamentale per introdurre la persona alla deambulazione. Oltre a favorire una deambulazione corretta, il raggiungimento della stazione eretta nel più breve tempo possibile porta al bambino notevoli vantaggi psico-fisici, come il miglioramento delle funzioni interne, il rinforzo di tutta la muscolatura che permette di mantenere la stazione eretta e il miglioramento della partecipazione nelle attività di vita quotidiana.
Gli aspetti appena descriti spiegano dunque quanto sia importante l'utilizzo degli stabilizzatori per la statica, vale a dire quegli ausili che permettono al bambino di mantenere la stazione eretta nonostante le mancate competenze per farlo in maniera autonoma. Questa tipologia di ausilio viene anche utilizzata come passaggio intermedio tra la stazione eretta e il cammino e per prevenire ulteriori danni allo stato di salute della singola persona.
Differenze tra stabilizzatori da prono e da supino
In commercio esistono diverse tipologie di statiche: esse permettono un ottimo ed efficace allineamento posturale in posizione eretta. Per fare chiarezza le possiamo racchiudere in due grandi gruppi: la statica da prono e la statica da supino. La scelta di uno standing piuttosto che un altro viene fatta in base alle caratteristiche specifiche del bambino e agli obiettivi riabilitativi da perseguire.
La statica prona, in genere, viene utilizzata con soggetti che hanno un sufficiente controllo del capo e della parte superiore del tronco: in questi casi il grado di inclinazione anteriore viene stabilito in base all’obiettivo riabilitativo da raggiungere. Al contrario, sulla statica supina, vengono posizionati i bambini che non controllano il capo o che devono procedere al monitoraggio graduale dei parametri neurovegetativi (come ad esempio i pazienti post-coma).
Per quanto riguarda l’entità dell’inclinazione anteriore del modello supino valgono gli stessi criteri descritti per il modello da prono. Solitamente la statica è dotata di tavolino, in modo da poter far interagire il bambino con gli oggetti a lui più vicini e garantire lo svolgimento delle normali attività quotidiane. E’ consigliato utilizzare lo standing il prima possibile per abituare fin da subito il bambino alla stazione eretta e facilitare l’intero iter riabilitativo, oltre che a garantire al soggetto una migliore qualità di vita.
Anche in questo caso, Creha – Riabilitazione, attiva in tutto il territorio italiano, è in grado di proporre l'ausilio più indicato per le specifiche esigenze di ogni paziente, consigliandovi con grande serietà e professionalità: punti di forza di un caregiver che da anni è un punto di riferimento sulla scena nazionale.
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